Non Svelarti
A volte le affinità non bastano.
Anche se le alchimie sono quelle giuste, le empatie esasperanti e l’attrazione trascinante e disperata, basta poco perchè un sorriso venga scambiato per una sfida ed una frase accolta come provocazione.
Questione di tempi. Tempi e ritmo.
La nostra stessa esistenza si basa su pulsioni temporali e vibrazioni.
A loro dobbiamo il battito del cuore e la nostra consistenza e se si vibra su piani diversi si diventa intangibili agli altri e spesso anche invisibili.
E’ così che il coltello fende l’aria ed il vetro non riflette la sua consistenza.
E così quello che non si riesce a toccare (perché ci sfugge?) e a malapena si vede (vuole nascondersi?) si trasforma in qualcosa di incomprensibile ed ostile.
Forse in un altro tempo ed in un’altra dimensione….ma non ora e non così.
Quindi meglio il Buio.
Nel buio siamo tutti uguali.
Omonero
Edgar Allan Poe
A Dream Within a Dream – The Alan Parsons Project
Narration: Orson Wells
Album: Tales of Mistery and Imagination Edgar Allan Poe
Ci siamo conosciuti 30 anni fa. Avevi 13 anni meno di me.
Da quel giorno mi ti sei appiccicato addosso come una piattola; condividevi le mie passioni, eri affamato d’informazioni, invidiavi il mio passato e volevi creartene uno insieme a me.
Giocavo a fare il cinico ed il sarcastico, ma ho cominciato subito a volerti bene. Come a un figlio. più che a un figlio.
Certo, ho fatto di tutto per non dimostrartelo (grazie al mio carattere di merda), ma sono sicuro che avevi capito quanto tenevo a te. Era a me che cercavi quando ti serviva un consiglio, era me che chiamavi quando volevi toglierti da qualche impiccio o una “dritta” sulle ragazze, era me che volevi quando avevi bisogno di compagnia. Non lo facevi per approfittarti della mia disponibilità (non sono cosi fesso), ma perché ero diventato il tuo punto di riferimento.
Non mi scorderò mai come si illuminavano i tuoi occhi scuri quando ti raccontavo qualcosa del mio passato (anche se accadeva di rado) e come tenevi spalancata la bocca quando ti rivelavo qualche piccolo segreto (sembrava quasi volessi mangiarti le mie parole).
Mi hai implorato di condividere con te la mia filosofia di vita.
“Vivi da cazzone, ma non morire da coglione” ti ho risposto. E tu lo hai fatto.
Eri il mio migliore amico, cazzo! Sei il mio migliore amico, cazzo!
Avevi un’intera vita davanti, eri tu quello che doveva venire al mio funerale, non io al tuo, ma quella stronza se n’è fregata e per farmi un dispetto t’ha portato via.
Ma gliela farò pagare. Troverò il modo di fargliela pagare.
Sono orgoglioso di te, amico mio, hai vissuto da cazzone ma non sei morto da coglione.
Come si dice qui a Roma “Te ne sei andato via cor botto“
Un enorme fuoco d’artificio colorato che ancora illumina il cielo notturno sopra questa bastarda, meravigliosa, città.
Quando sarà il mio momento non ci sarà né una chiesa né una funzione funebre e neanche un cimitero.
Dall’obitorio passerò alla cremazione, solo dovrò trovare qualcuno a cui affidare le mie ceneri…le avevo promesse a te.
Non ti piango e non ti piangerò.
Sei il mio migliore amico: sarai sempre accanto a me in macchina, seduto al mio fianco nella sala di un cinema, di fronte a me al tavolo di un ristorante, o di una birreria.
In ogni occasione non sarò MAI solo, questo lo so per certo.
E smettila di rompermi il cazzo mentre scrivo stronzate su questo blog!
Domani sarà come oggi e come è stato ieri..e se ti serve qualcosa telefonami.
E tu stai attenta, brutta stronza, ti sei fatta un nemico molto pericoloso.
Ecco, questa me l’ha fatta tornare in mente Raffa di Nonsolocinema…
Ma quanto adoravo e adoro “The Alan Parsons Projects”?
“The Raven” – “Tales of Mistery and Imagination Edgar Allan Poe” (1976) con il contributo di un certo Orson Welles
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