Oggi son tanto Felice!…Basta poco, che ce vò?!

ANTEFACTUM:
Questo post avrei dovuto scriverlo e pubblicarlo ieri, ma avevo troppa “carne al fuoco” e ho preferito darvelo in pasto questa mattina…tanto la mia gioia non ha subito né causerà la minima variazione sull’indice PIL!

Credo, forse, di avervi già accennato della mia passione per lo scrittore Richard Matheson (notate la sottilissima ironia che accompagna la frase), quindi passerò subito ai fatti.
Correva l’anno 1995 ed in uno dei miei innumerevoli traslochi di casa e di città (in questo caso Parigi) il mio occasionale e (da allora odiatissimo) coinquilino decise di improvvisarsi abile ed esperto idraulico per porre fine ad un leggero gocciolio di uno dei termosifoni  del minuscolo appartamento preso in affitto.
Chiave inglese (o francese?) alla mano esordì con il fatidico: “ci penso io!” (frase premonitrice di catastrofi inenarrabili) e compì l’insano gesto. Un movimento del polso, uno scricchiolio sinistro della valvola ed un getto violento di acqua bollente (eravamo in Gennaio) si riversò sul pavimento quando tutte le borse e le scatole di cartone che contenevano i nostri effetti personali erano ancora sparsi in terra.
Mentre io cercavo di salvare il salvabile l’idiota correva dal portiere (che esordì con roboanti bestemmioni francesi) per far chiudere l’impianto generale dell’acqua…ma orma il il danno era fatto.
Chissenefrega per i vestiti e le altre stronzate, ma alcuni dei miei libri più “preziosi” e insostituibili compagni di viaggio vennero devastati dall’acqua bollente e fra questi il primo volume della prima edizione originale in italiano (Oscar Mondadori 1984) della tetralogia di SHOCK (raccolta di racconti editi ed inediti di Richardone mio).
Disperazione, Orrore, Istinti Omicidi!!!
Negli anni a seguire cercai di recuperare il preziosissimo tomo (anche disposto a ricomprare tutti e quattro i volumi) cercando tra librerie e bancarelle di tutta Italia (e tempestando di telefonate la Mondadori) con una perizia ed una ostinazione che al confronto Indiana Jones sembrava un dilettante.
Internet ancora non esisteva (incredibile eh?), ma anche con l’avvento dell’appena citata Divinità Digitale le mie ricerche non diedero frutti.
Scovavo riedizioni parziali o estratti dei migliori racconti ma no…io volevo il primo volume originale…ed Omonero non desiste, mai!
Alla fine e, insospettabilmente, il miracolo.
Ieri mattina il portiere mi ha citofonato e consegnato questo…il mio Sacro Graal!
Shock 1Che è andato subito a riunirsi nella mia libreria ai suoi tre fratellini che sentivano tanto la sua mancanza:
Shock 2Purtroppo è stato impossibile recuperare il cofanetto che li racchiudeva…ma sono comunque tanto felice!


Pete Walker: L’Uomo dei Peccati Mortali – La Casa del Peccato Mortale

517s9qA6kwL
HOUSE OF MORTAL SIN aka THE CONFESSIONAL
UK – 1976

cast: Anthony Sharp – Susan Penhaligon – Stephanie Beachman – Sheila Keith – Norman Eashley
regia: Pete Walker
soggetto: Pete Walker
sceneggiatura: David McGillywray
fotografia: Peter Jessop
musica: Stanley Myers
durata: 104 min.
golem dvdDVD VIDEO

 

VALUTAZIONE
Discreto 1/2

 

Sin

Padre Meldrum (un magnifico Anthony Sharp) ha dovuto rinunciare ad una vita normale ed indossare l’abito talare per continuare a prendersi cura dell’anziana madre folle costretta su una sedia a rotelle, che lo esaspera  con i suoi deliri sull’oscenità del sesso e di tutte le sue manifestazioni espresse dai comportamenti disinibiti dei giovani allo scopo di tenerlo sempre più legato a lei.
unnamedLa pazzia, si sa, è contagiosa e si evolve in forme psicotiche ed incontrollabili, così come diventa incontenibile l’ossessione ed il disgusto del prete nei confronti delle donne, alimentato dal represso desiderio sessuale che prova per loro. In un eccesso di furia uccide la madre, ma questo non fa che degenerare la situazione spingendolo a deliri allucinatori mascherati ed assecondati dalla vecchia governante orba (l’attrice Sheila Keith presente in quasi tutti i film di Walker) segretamente innamorata di Meldrum da anni. 
La follia omicida esplode quando la giovane Jenny, che attraversa un periodo di crisi sentimentale, si reca in chiesa ed ha la sfortuna di andare a confessarsi proprio da Meldrum. Il prete s’innamora di lei e decide di “punire” tutti coloro che reputa i responsabili dei “tormenti” e dei “desideri” della ragazza.  
sin_2Protetto dall’abito talare che indossa e dalla complicità della governante il prete da libero sfogo alla sua violenza più crudele compiendo una serie di omicidi (se non sbaglio sei) usando strumenti consoni al ruolo di “sacro vendicatore” che riveste: ostie avvelenate, calici e crocifissi.
Nessuno prova a mettere in dubbio la sua innocenza su quanto avviene e chi nutre qualche sospetto è destinato ad una fine impietosa ed inevitabile.
Finale aperto che non rivelo per non togliervi il piacere di gustarvi un film che nonostante i 100 minuti di durata scorre abbastanza piacevolmente.
la-casa-del-peccato-mortale-14Era un bel po’ che non spettegolavo su Pete Walker, l’artigianale contorsionista che piroettava con nonchalance tra l’erotichorror ed il sexploitation con prodotti provocatori low budget che non mancavano di scandalizzare il bigotto perbenismo inglese (e che per questo nutre di tutta la mia simpatia).
Dopo aver lanciato i suoi j’accuse alle istituzioni politiche e le ignominie familiari, non poteva di certo esimersi (immagino con gran piacere) di affondare il dito nella piaga purulenta  delle mafie religiose. Gli elementi ci sono tutti: un prete viscido, tanto sgradevole quanto pericoloso, una perpetua sadica e morbosa, un sistema clericale che tende ad insabbiare e fingere di non sapere (un po’ come ai giorni nostri, insomma).
Rimediate il DVD e a voi l’ardua sentenza.
P.S. il film si trova anche in versione completa in italiano e aggratise su youtube!!

 

Frugrando su WordPress

Leggendo un vecchio post su un blog di cinema scoperto (ahimè) troppo tardi e che vi invito a visitare, ho avuto un attacco di nostalgia vintage ripensando al grande e mitico Vincent Price e con un neurotico flashback che mi ha fatto tornare alla mente questo video musicale.
Notate il nome dell’attore citato null’insegna del film quando Michael esce dal cinema e sappiate che la voce di fondo nel video e la risata finale erano proprio le sue, quelle del Magnifico Vincent!

Vincent Price

Dr. Giggles

la-locandina-di-dr-giggles-189223
USA 1992

cast: Larry Drake – Holly Marie Combs – Cliff De Young – Keith Diamond – Glenn Quinn
regia: Manny Coto
soggetto e sceneggiatura: Manny Coto – Graeme Whifler
musica: Brian May
durata: 94 min
cecchigori


IL DOTTORE E’ FUORI…DI TESTA!
dr giggles the doctor is inCome ogni cittadina di provincia americana che si rispetti anche Moorehigh ha il suo scheletro nell’armadio.
Negli anni ’50 gli abitanti del posto avevano dato il via ad un vero e proprio linciaggio ai danni del Dr. Rendell, un medico del posto che aveva preso la malsana abitudine di strappare via il cuore ai pazienti nel tentativo di riportare in vita la moglie deceduta per problemi cardiaci.
Esasperati i cittadini di Moorehigh eliminarono l’uomo e pensarono di essersi così liberati della follia dei Rendell per sempre.
Niente di più sbagliato!
E questa triste scoperta toccherà farla a Jennifer (Holly Marie Combs), al fidanzato Max (Glenn Quinn) e al gruppetto di amici con cui decidono di andare a rovistare nelle stanze della vecchia casa ormai abbandonata del dottore dove, dice la leggenda,  giacciano ancora murati i corpi di molte delle vittime.

drgiggles06Infatti ad aspettarli ci sarà Evan (Larry Drake), il figlio del dottore, che sopravvissuto al linciaggio nascondendosi nel corpo squartato della madre, ha passato un bel po’ di anni in un istituto psichiatrico dove è riuscito a fuggire eliminando due medici.
Il Dr. Giggles (soprannominato così per via della risatina agghiacciante che emette) è ritornato a Moorehigh per procurarsi un elenco di pazienti nascosto dal padre e non gli pare vero di trovarsi tutto quel ben di dio a disposizione. Finita l’ispezione infruttuosa della catapecchia  il gruppo ritorna all’ovile non prima però di aver “dimenticato” indietro due loro amici che diventano così le prime vittime del Dr. Giggles.
Ormai scatenato il folle dottor Sghignazzo comincia ad imperversare uccidendo ogni paziente che riesce a procurarsi, usando tecniche mediche alquanto discutibili e decisamente originali.
drgiggles01Naturalmente Jennifer non tarderà a diventare la preda più ambita, visto che è affetta da un disturbo cardiaco che la obbliga a portare un cardiostabilizzatore ed è in attesa di un intervento chirurgico.
Sbarazzatosi del medico curante della ragazza il Dr. Giggles rapisce Jennifer intenzionato ad operarla alla sua maniera…


Come definire “Dr. Giggles”? Semplicemente un gore con i controcazzi (e passatemi il francesismo); rivederlo in DVD (a più di 20 anni di distanza) mi ha fatto provare gli stessi brividi sottopelle sentiti nella sala quando, all’epoca, lo vidi al cinema.
Il merito è indubbiamente quasi tutto di Manny Coto, director di grandi serie televisive tra cui Star Trek, che ha saputo bilanciare la truculenza di uno splatter così sfacciatamente aggressivo e sopra le righe con un’ironia intelligente e per niente sgangherata e arricchendo la storia con piccoli omaggi a film di altro genere. Gli effetti, per quanto datati, risultano di buona fattura e spesso ti portano a produrre una risatina nervosa in contraltare allo sghignazzo del buon dottore.
Comunque, onore al merito, la ciliegina sulla torta è Larry Drake (già notato nel ruolo di Durant, il cattivone nel Darkman di Raimi –  1990), che con una incredibile mimica facciale e due spaventosi occhi verdi riesce a dare una caratterizzazione unica al personaggio di Giggles, un folle bastardo che in fondo ispira simpatia.
Basta stare lontano dal suo bisturi…

Negli anni ’90 il film divenne tanto famoso da guadagnarsi una miniserie a fumetti edita dalla Dark Horse. E vi pare poco?

drgiggles2

Non un cult, ma dire la verità, l’ho rivisto divertendomi.
buono

La Lupa Mannara

locandina lupaITALIA – 1976

cast: Howard Ross – Dagmar Lassander – Annik Borel – Frederick Stafford – Elio Zamuto – Tino Carraro
regia: Rino Di Silvestro (Alex Berger)
soggetto: Rino Di Silvestro
sceneggiatura: Rino Di Silvestro – Howard Ross
musica: Coriolano Gori
durata: 82 min
rarovideo logo


AnnikDaniela (Annik Borel) è giovane, bella e ricca ma, di contrappasso, ha i suoi bei problemi.
La sua salute psichica ha subito un duro colpo quando, adolescente, è stata vittima di uno stupro e la situazione è andata via via aggravandosi da quando la ragazza ha cominciato a fare strani incubi in cui vede una sua antenata (identica a lei) trasformarsi in una lupa mannara durante un rituale magico.
louvesanguinaire003louvesanguinaire09Questi incubi ed i deliri erotici in cui cade spesso portano Daniela a convincersi di essere affetta da licantropia e di essere persino la reincarnazione della sua ava.
Per proteggere lei (e gli altri) da queste pericolose turbe il padre, il conte Neseri, (Tino Carraro) le fa vivere una vita da reclusa nella splendida villa fuori città e la situazione rimane “sotto controllo” sino all’arrivo di Elena (Dagmar Lassander), sorella di Daniela, di ritorno dal viaggio di nozze con il marito Fabian (Elio Zamuto).
3110932_lalupamannara_jpg_0KIR0RFYUna notte, dopo aver spiato le effusioni erotiche dei due sposi, Daniela irretisce Fabian, lo conduce nel bosco circostante, lo circuisce ed infine lo uccide.
Anche se la polizia non la sospetta, il conte Neseri, viste le condizioni sempre più critiche della figlia, la fa ricoverare in un istituto psichiatrico dal quale fugge, aiutata da una paziente lesbo/ninfomane a cui si concede e che poi, naturalmente, elimina a forbiciate.
werewolf_woman_09Da qui in poi, è un susseguirsi di sesso, violenza e morte.
Sotto la furia di Daniela cadono una coppia di innamorati appartatasi in un casolare ed un uomo che cerca di approfittare di lei.
Per la ragazza sembra non esserci speranza di redenzione, ma poi avviene l’incontro con Luca (Howard Ross), un duro dal cuore tenero che s’innamora, contraccambiato, di Daniela.
Intanto le indagini dell’ ispettore Modica (Frederick Stafford) della polizia criminale continuano e l’uomo comincia ad intravedere uno strano e macabro filrouge che unisce tra loro tutte quelle morti.

Luca e Daniela vivono una vita felice e la ragazza sembra tornata alla normalità ma, si sa, non c’è pace per le anime dannate…
louvesanguinaire05


Della serie: “poche idee, ma confuse”, questa pellicola è uno strano mixer di generi che spaziano dall’horror, all’erotico, al poliziottesco nel tentativo di riunire in un unico calderone le pellicole più in voga in quel degli anni ’70.
Di certo l’azione e la violenza non mancano, come pure l’erotismo (coadiuvato dalle procaci forme della Lassander e la sensualità della Borel), ma la venatura orrorifica è vagamente delineata e lasciata scivolare quasi con distrazione confusa nella storia. Allo spettatore non sarà mai dato di capire se Daniela è solo una povera folle assassina segnata dai traumi subiti o se invece è veramente affetta da licantropia e sotto l’influsso dell’antenata strega/lupa mannara (le trasformazioni a cui assistiamo sono solo quelle della ava durante gli incubi della ragazza).
Dopo anni di latitanza la pellicola è stata recuperata dalla RAROVIDEO in un discreto formato audio/video.

Anche se lascia il tempo che trova il film scorre e si lascia vedere, proprio come tanti altri prodotti dell’epoca.

mediocre

Il Giorno di San Valentino

Il_giorno_di_san_Valentino_1981My Bloody Valentine
– Canada 1981 –

cast: Lori Hallier – Paul Kelman – Neil Affleck – Cynthia Dale –  Keith Knight
regia: George Mihalka
soggetto: Stephen Miller
sceneggiatura: Jhon Beaird
musica: Paul Zaza
durata: 90 min
150px-Medusa_logo


my-bloody-valentineValentine Bluffs è una piccola città mineraria dall’aspetto tranquillo ma con un tragico segreto alle spalle.
Negli anni ’60 un incidente in miniera fece crollare alcune gallerie e cinque minatori vi rimasero intrappolati per giorni, senza cibo ed acqua, in attesa di essere salvati. I soccorsi giunsero dopo giorni, ma per quattro di loro non ci fu nulla da fare. L’unico superstite, Harry Warden era in stato comatoso;  riuscito a rimanere in vita solo cibandosi dei corpi dei suoi compagni.
L’inchiesta aperta in seguito alla tragedia portò alla luce le responsabilità di due supervisori che avevano agito con leggerezza sui controlli per non tardare alla festa di S.Valentino prevista per quella sera.
Un anno dopo l’incidente Warden tornò nella cittadina proprio il giorno di S. Valentino e consumò la sua vendetta picconando a morte i due uomini e strappandogli il cuore dal petto per riporlo in  scatole per cioccolatini a forma di cuore.

Sono passati venti anni e Valentine Bluffs ancora non riesce a dimenticare il passato ed il monito lanciato da Harry mentre veniva ricoverato in manicomio: se nella cittadina si fosse festeggiato ancora il Giorno degli Innamorati lui sarebbe tornato.
Deciso a dare un taglio alla storia ed alle leggende createsi attorno a quegli eventi il sindaco Hanniger si appresta ad organizzare il più grande Valentine’s Day mai visto in città, avvalendosi dell’aiuto di molti esponenti di spicco della comunità.
my-bloody-val-aTutti aspettano con ansia questo evento, decisi a dare una svolta alle loro esistenze almeno per una sera, come infatti accadrà…ma non nel modo da loro sperato. Mentre fervono ancora i preparativi nell’ufficio dello sceriffo Newby viene recapitata una scatola di cioccolatini a forma di cuore che contiene un cuore umano.
Ed inizia la mattanza. Tra le prime vittime c’è Mabel, la proprietaria della lavanderia; una delle più attive ed entusiaste organizzatrici della festa, che il maniaco in tuta mineraria e maschera antigas ucciderà e metterà a bollire in una lavatrice (dopo avergli naturalmente strappato l’organo cardiaco).

my_bloody_valentine_03Una volta scoperto il corpo della vecchia il sindaco e lo sceriffo cercano di nascondere le reali cause della morte della donna, ma quando Newby viene a sapere che Harry Warden non è più ricoverato in manicomio ai due non resta che sospendere l’evento per non mettere a repentaglio la cittadinanza, creando malcontento tra i giovani del posto che ignorano il reale motivo di quella decisione.
Un gruppetto di loro decide così di organizzarsi la propria festa “illegale” (il primo rave?)  sfruttando le baracche dei minatori adiacenti alla miniera (proprio quella dell’incidente di venti anni prima) e così, involontariamente, il gregge di pecore va ad infilarsi proprio nella tana del lupo.
my_bloody_valentine_06Tra le “vittime sacrificali” del minatore folle ci sono anche TJ, Sara ed Alex, impegnati in un estenuante triangolo amoroso, visto che TJ partito senza dare spiegazioni da Valentine Bluffs e ritornato pochi giorni prima della festa ha ritrovato la sua ragazza Sara fidanzata con l’ex amico Alex.
Tanta carne al fuoco per il minatore…e tante scatole a forma di cuore da riempire…
my_bloody_valentine_08

“Il Giorno di San Valentino” è figlio dei suoi tempi. E si vede.
Scivolando sul bordo dell’onda degli slasher movies più celebri (“Halloween”, “Venerdì 13” etc…), ma senza la pretesa di voler emulare i miti che crearono il genere (“Non aprite quella Porta” e “Le Colline hanno gli Occhi”), il film precorre  il trashstyle che sarà prerogativa del cinema, della musica e della moda anni ’80, ma non avanza neanche la pretesa di essere preso sul serio.
Caciarone, sguaiato e con una comicità sopra le righe la pellicola scorre senza particolari “intoppi narrativi”, anche perché la trama si muove in una linea retta fino a quasi la fine (sollevando solo il dubbio sulla reale identità dell’uomo dietro la maschera antigas).
Famoso per le scene splatter molto forti e per il gore decisamente spinto che lo resero un piccolo cult di periferia, “My Bloody Valentine” è anche ricordato per essere il primo lungometraggio horror imperniato sulla Festa degli Innamorati e per la manciata di minuti tagliata dalla censura per l’eccessiva violenta delle scene pochi giorni prima dell’uscita nelle sale (dai 100 min iniziali il film venne ridotto a 90).
Unica “furbata” di Mihalka fu quella di coinvolgere il compositore Paul Zaza, già noto per la colonna sonora di “Non entrate in quella Casa” (“Prom Night” 1980) slasher movie a tema studentesco con la Jamie Lee Curtis lanciata da Carpenter.
Inutile dire che il film approdò in Italia ulteriormente censurato e che la versione DVD è praticamente mutilata rendendone quasi inutile la visione.
Peccato, sarebbe stato un buon film da vedere con gli amici, chiacchierando, bevendo birra e spizzicando schifezze, senza prestare troppa attenzione alla trama.

Nel 2009 Patrick Lussier ne girò il remake in 3D (“San Valentino di Sangue 3D”) che si differenzia ben poco dal film originale, se non per l’utilizzo (questa volta azzeccato) del 3D.

sufficiente

La Notte dei Diavoli

1215188277_lanottedeidiavoliITALIA/SPAGNA 1972

regia: Giorgio Ferroni      durata: 87min
cast: Gianni Garko – Agostina Belli – Cinzia De Carolis – Teresa Gimpera – Mark Roberts – Bill Vanders – Stefano Oppedisano –
rarovideo logo


NightDevils4Nicola (Gianni Garko), di ritorno da un viaggio di lavoro, sta attraversando la Jugoslavia rurale diretto in Italia ed inoltratosi in un bosco si procura un incidente con l’auto per non investire una megera comparsa dal nulla. Isolato in terra straniera l’uomo vaga per la boscaglia fino a che non trova una specie di fattoria abitata dai Ciuvelak, rude famiglia di contadini che accetta malvolentieri di ospitarlo a patto che levi le tende alle prime luci del giorno.
Gorka (Stefano Oppedisano), anziano capofamiglia, incarica il figlio maggiore nochediablosfJovan (Roberto Maldera) di riparare l’auto di Nicola, mentre lui fa la conoscenza con la piccola Irina (Cinzia De Carolis), sua sorellina Mira (Sabrina Tamborra) e la bella Sdenka (Agostina Belli), nonchè dell’ambigua Elena (Teresa Gimpera).
Calata la sera cresce la tensione nella casa e nonostante Sdenka (cenerentola della situazione) cerchi di tranquillizzarlo l’uomo capisce che qualcosa spaventa i componenti della famiglia sino a renderli isterici e violenti.
Una notte Nicola assiste all’omicidio di Gorka ad opera del figlio che gli conficca un paletto nel cuore e disgustato e terrorizzato l’uomo fugge e raggiunge la città. Deciso a venire a capo della storia si rivolge al brigadiere Kovacic (Renato Turi) ex poliziotto in servizio nel paese che lo informa che i Ciuvelak sono gravati da una terribile maledizione lanciata da una strega (Maria Monti – la donna che causò il suo incidente) e che chiunque cada nelle sue grinfie è destinato a trasformarsi in un Wurdalak, sorta di zombi/vampiri che tornano dall’aldilà per uccidere e trasformare le persone amate in vita.
NDD51Deciso a salvare Sdenka, Nicola ritorna alla fattoria per ritrovare la ragazza sola, in uno strano e freddo estraneamento, che ripete quasi ossessivamente di “essere rimasta per aspettare lui” e si convince che anche lei sia rimasta vittima di quell’orribile destino. Fuggendo dalla casa l’auto si ferma nuovamente e Nicola è costretto a fuggire nel bosco braccato dai Ciuvelak trasformatisi in creature assetate di sangue.
la-notte-dei-diavoli-12
Ormai fuori di senno, Nicola viene rimpatriato in Italia e ricoverato in un istituto psichiatrico dove grida a gran voce (ovviamente non creduto) di non essere pazzo.
Dopo l’ennesimo racconto delle sue vicissitudini ad un dottore (Umberto Raho), il primario lo informa che fuori dalla stanza c’è una persona che vuole incontrarlo…
1352026640_1


I Wurdalak sono creature vampiresche appartenenti al folklore dell’Europa dell’Est ed assurte a notorietà grazie ad un racconto di Aleksei K. Tolstoi. Visto il buon successo riscontrato dall’omonimo episodio inserito da Mario Bava nel suo “I Tre Volti della Paura” (1963), Ferroni ci riprova con la Notte dei Diavoli dando ampio respiro alla storia fino a dilatarla a livello di film.
Dopo l’ennesima sortita al mio videospacciatore di fiducia ho acquistato questo DVD della RAROVIDEO  più per nostalgia che per necessità. Avevo visto il film in un cineclub negli ’80 e negli anni a seguire, qualche spezzone (in versioni masticate dal tempo) in diverse emittenti; quindi l’ho acquistato, oltre che per rimpolpare la mia collezione, anche per vedere com’era stata l’operazione di recupero e rimasterizzazione del film.
Ricordo che all’epoca il film non mi aveva colpito granché.  Ferroni era stato il regista del raffinato e mirabile gotico “Il Mulino delle Donne di Pietra” (1960) e la Notte dei Diavoli non si avvicinava minimamente ai canoni del suo predecessone, vuoi per “l’annacquamento” della trama (inevitabile quando si tenta di espandere un racconto breve sino a renderlo un film), vuoi per la povertà dei mezzi.
Con questa seconda visione mi sono in parte ricreduto. Al di là dei difetti evidenti, emergono peculiarità che lo pongono al di sopra di molte produzioni contemporanee.
Ferroni è un abile artigiano (come lo furono Bava, Margheriti etc…) caratteristica  sine qua non per i registi di genere dell’epoca e, come tale, riesce a dare il meglio anche con il poco a disposizione. Si percepisce una sensazione di claustrofobia nel bosco ripiegato su se stesso grigio e quasi pietrificato; sensazione che si amplifica all’interno della catapecchia costruita con quattro assi sbilenche dove i Ciuvelak si barricano per la notte, cenando a lume di candela attorno ad un tavolaccio di legno. E dove la staticità di alcune scene prende il sopravvento sull’atmosfera, corre in soccorso la bella colonna sonora di Gaslini.
E poi gli attori. Anche l’ultimo dei figuranti recita con convinzione ed il regista si preoccupa di utilizzare comprimari di buon livello, come il gettonatissimo (all’epoca) Umberto Rhao, la spagnola Teresa Gimpera ed i teatrali Monti e Oppedisano. Persino l’imbambolata Agostina Belli è ben inserita su un personaggio che sembra cucito per lei.  C’è poco da fare: all’epoca si sapeva recitare ed il mestiere si faceva per passione e non per arrivare al successo e la notorietà.

Di livello medio/basso se paragonato ad altre produzioni dello stesso periodo, il film vince sulla distanza, rivelandosi di buona fattura messo al confronto con il  cinema horror di serie B degli ultimi 15 anni.

Discreto

la maledizione della Strega

Femmine Carnivore

Femmine Carnivore PosterDie Weibchen
GERMANIA/ITALIA 1970

regia: Zbynek Brynych      durata: 82min
cast: Pascale Petit – Giorgio Ardisson – Uschi Glas – Françoise Fabian – Alain Noury – Irina Demick

femmcarn 01Eva è una giovane segretaria affaticata e stressata che, sotto consiglio del suo medico, si reca in un’esclusiva clinica a Badmarin per curare gli episodici stati confusionali di cui soffre grazie alle terapie della dottoressa Barbara. La cosa che salta subito agli occhi della ragazza  è la quasi totale assenza di uomini, ad esclusione del gorillesco Adam giardiniere della clinica e del bizzarro ispettore di polizia di Badmarin, perennemente ubriaco.
centerLe donne del posto, abitanti e pazienti, hanno atteggiamenti strani ed esaltati, quasi facessero parte di una sorta di sorellanza e tentano subito di plagiare la bella Eva, affinché assecondi gli stilemi del posto; la situazione poi si aggrava con l’arrivo di Tommy e dei suoi amici, bloccati a Badmarin per un incidente d’auto ed accolti ed ospitati con eccessivo entusiasmo dall’entourage della clinica.

femmcarn 02Prima uno e poi l’altro i due amici del playboy fanno una brutta fine, immancabilmente scoperti da Eva che cerca di denunciare ogni volta gli omicidi, ma mai creduta, vuoi per l’assenza dei cadaveri, vuoi perché la dottoressa Barbara afferma che siano frutto di allucinazioni, alla ragazza non resta che tentare la via della fuga (diverse volte) fallendo miseramente.
Neanche l’incontro con Johnny, apatico giovane pieno di soldi, capitato a Badmarin nel suo vagabondare alla “ricerca di sé stesso” riesce a dare soluzione di continuità ad Eva, visto che l’uomo si lascia subito irretire dalle morbose e voraci attenzioni delle femmine del posto invece di darle un aiuto concreto…

Che fine fanno gli uomini a Badmarin?

Finale “a sorpresa”….

Mai visto film più scoordinato, assurdo e confuso….eppure così divertente! (in modo del tutto involontario, naturalmente).
Zbynek Brynych (e già il nome la dice tutta) con l’uso/abuso del grandangolo, del campo/controcampo, dei colori acidi ed i dialoghi privi della minima connessione sia linguistica che logica ricrea in piena credibilità l’atmosfera hippy della fine degli anni ’60.
Vedere Giorgio Ardisson con la cavezza dorata al collo e la camicia sbottonata annodata in vita atteggiarsi a galletto playboy è uno spasso ed assistere alle estemporanee manifestazioni femministe a Badmarin (con tanto di lancio del reggiseno e tettine al vento) è imperdibile!
vlcsnap-2012-12-25-15h22m09s240Le riprese dei tentativi di fuga di Eva sembrano ricalcate da quelle del numero 6 nel mitico telefilm “Il Prigionero”  ed inutile dire che di cannibalismo non c’è traccia visto che, per solare e sorridente ammissione della capo infermiera i corpi dei maschi vengono tritati finemente, inscatolati e veduti come cibo per gatti (sottile parafrasi per paragonare gli uomini a mera carne per porci) ed anche il film rientra un po’ forzatamente nella definizione di horror, ma noi ce lo siamo “gustato” con quell’ottica.
Lisergico, mal gestito ed inutile, ma un vero e proprio tuffo nei ’70
P.S. sulla copertina del DVD c’è scritto: Tiratura Limitata – 999 copie numerate
mi sa che le altre 998 sono ancora in magazzino!

giudizio: Sbrof! (da vedere con qualche amico dopo il pranzo di natale )

♠  …ma ilare!

die-weibchen-artikelbild(la ben poco allusiva immagine iniziale del film)
vlcsnap-2012-12-25-15h14m57s151(titoli di testa popstyle)